STORIE D’ACQUA E DI FIUME

STORIE D’ACQUA E DI FIUME
Lettura a due voci e musica
con Vasco Mirandola e Martina Pittarello
musiche di Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini

Testi di G. Parise, G. Scabia, A. Barolini, L. Meneghello, A. Zanzotto, N. Pozza e altri

Quante storie succedono lungo i fiumi, quante cose hanno visto, quanti segreti custodiscono. I fiumi possono accarezzare, risplendere, ma anche ferire, distruggere. Avvenimenti, magie, misteri dei nostri fiumi in compagnia di grandi autori veneti.

“È un fiume generoso… Quando è di cattivo umore, dopo il disgelo o per lo scirocco e le forti piogge, te ne dà subito l’avviso e ti mette in guardia. Non è ipocrita, non ha segreti o trappole nelle sue acque…” (da “I fiumi di Vicenza” di A. Barolini)

Vicenza, aprile 2009, Giardini Salvi ( con Michele Sguotti e Miranda Cortes)

rassegna stampa: IL GIORNALE DI VICENZA
Sabato 16 Luglio 2011 SPETTACOLI Pagina 58

OPERAESTATE/2. Riuscita la proposta di Martina Pittarello e Vasco Mirandola a Campolongo sul Brenta
Veneto d’acqua, letteratura e nostalgia
Lorenzo Parolin

Il Brenta a fare da sfondo. I lampioncini e le seggiole preparati come per una festa di paese e, sotto i riflettori, un intreccio di musica e parole che non sarebbe dispiaciuto a Federico Fellini. Ha colto nel segno la “prima” di Operaestate a Campolongo sul Brenta con “Storie d’acqua e di fiume”, un recital affidato alle voci di Martina Pittarello e Vasco Mirandola e alla fisarmonica e chitarra di Sergio Marchesini e Giorgio Gobbo.
La formula che prevede una sequenza di letture ravvivate dall’accompagnamento musicale è consolidata e si adatta bene alle serate estive, ma “Storie d’acqua e di fiume” ha saputo offrire anche sPunti inattesi, mantenendo quanto promesso e aggiungendo pure qualcosa in più. Ha proposto, innanzitutto, un percorso coerente dalle pagine descrittive del bassanese Andrea Gastner alle immagini oniriche del “pesse bauco” a firma del padovano Giuliano Scabia. Ha raccontato, poi, un Veneto d’acqua quasi inedito andando a raccogliere storie anche lungo le rive dei fiumi minori e ha ravvivato il tutto con una parte musicale articolata come elemento portante della narrazione.
Il fiume, dunque, raccontato con quel pizzico di sana nostalgia che una serata con le seggiole e i lampioncini porta con sé: dalle pagine di “4 Novembre 1966″, data dell’alluvione che in Valbrenta alcuni ancora ricordano ai “Tre fiumi di Vicenza” dello scrittore berico Antonio Barolini. Certo, per citare il Bacchiglione e l’Astichello senza far sobbalzare i propri interlocutori, bisogna essere a distanza di sicurezza dal capoluogo di provincia, ma ben vengano le voci di Mirandola e della Pittarello se possono valere ad esorcizzare una pagina recente e drammatica della storia vicentina.
E ancora: a rievocare sulla scena un Veneto rurale che non c’è più, fatto di ragazzini che giocano sulle rive, di ! amori adolescenziali cui la fantasia fa vedere più del dovuto, di mostri d’acqua che spaventano i bambini e di mestieri scomparsi, il quartetto ha chiamato Goffredo Parise e Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello e Neri Pozza, oltre al più recente Giovanni Abrami in un gioco efficace tra sperimentazioni linguistiche e atmosfere d’antan. Atmosfere evidenziate anche in chiusura con il “Vecchio frac” di Modugno e le note di “Amarcord” a sottolineare, in fondo, la sensazione di transitorietà che la bella stagione porta con sé. A Fellini sarebbe proprio piaciuto. Un applauso.

Campolongo sul Brenta, luglio 2011 – Sergio Marchesini Martina Pittarello e Vasco Mirandola